Il 9 dicembre gli uomini raggiunsero i piedi del ghiacciaio Beardmore.
Dopo aver costituito un deposito di rifornimenti sulle basse pendici del ghiacciaio, gli ultimi cani furono rimandati indietro con un gruppo di rinforzo che non era più necessario. Gli uomini, costretti ora a trainare le slitte cariche su per il ghiacciaio procedevano lentamente, ma Scott si manteneva ottimista.
Il 14 dicembre scrisse nel suo diario: "È splendido procedere trovando un'adeguata ricompensa al lavoro che stiamo portando avanti".
In quello stesso pomeriggio, lontano verso sud, Amundsen e i Norvegesi piantavano la loro bandiera al Polo Sud.
Dopo circa due settimane gli Inglesi raggiunsero la cima del ghiacciaio, e quando arrivò il Natale avevano già percorso un buon tratto dell'altopiano polare.
Il 4 gennaio 1912, a 240 km dalla meta, Scott rimandò al campo base l'ultimo dei gruppi di rinforzo e prosefuì con i quattro compagni prescelti per il balzo finale verso il polo, furono il dr. Edward Wilson, un vecchio amico e un veterano della spedizione con la Discovery, il tenente di cavalleria L.E.G. Oates, il sottufficiale di marina Edgar Evans, e il tenente di vascello Henry Bowers.
Bowers fu aggregatoo al gruppo che doveva raggiungere il polo all'ultimo momento. Fu forse l'errore più disastroso di Scott: le sue tende erano adatte per alloggiare quattro persone e il cibo e il combustibile previsti erano sufficienti solo per quattro; inoltre Bowers aveva lasciato i suoi sci al ghiacciaio e doveva quindi faticosamente viaggiare a piedi, rallentando il resto della comitiva. Ormai soli, i cinque uomini cercarono disperatamente di percorrere almeno 16 km al giorno.