La spedizione Scotia fu un successo da un punto di vista scientifico; la catalogazione dei campioni raccolti e l'analisi delle osservazioni effettuate impiegò numerosi scienziati di valore.
Sull'onda del successo della Scottish National Antarctic Expedition William Speirs Bruce desiderava organizzare una nuova spedizione, ma non fu in grado di trovare finanziatori. All'epoca erano molto richiesti i libri sulle spedizioni antartiche, ma Bruce non ne colse l'opportunità: non pubblicò infatti alcun libro sulla spedizione Scotia.
Fu solo nel 1906 che venne pubblicato il libro di Robert Neal Rudmose-Brown, John Hunter Harvey Pirie e Robert Mossmann The Voyage of the Scotia.
i diari di bordo della nave vennero invece pubblicati nel 1992.
L'ultima spedizione comandata da Bruce, nuovamente accompagnato da Rudmose Brown, fu nel 1919 sulle Spitzbergen, dove vennero effettuate della prospezioni geologiche su incarico di un'azienda scozzese, che permisero il rinvenimento di giacimenti di carbone e di minerali ferrosi. Bruce tornò da quella spedizione fisicamente e mentalmente esausto: nel 1920 organizzò la liquidazione del laboratorio, le collezioni di campioni furono donate al Royal Scottish Museum, le mappe ed i documenti andarono alla Royal Scottish Geographical Society.