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L'esplorazione dell'Antartide

I grandi navigatori
ghiacci Antartide
La scoperta dell'Antartide è una diretta conseguenza della ricerca, estesa a tutto il Pacifico, della mitica terra Australis.

Nel 1699 lo scienziato Edmond Halley, anche lui impegnato nella ricerca di questa terra misteriosa fu il primo ad avvistare iceberg nell'emisfero australe. Il maltempo e i rischi di collisione con i ghiacci lo costrinsero però ad interrompere le ricerche ed a ritornare verso latitudini più settentrionali.

Il primo navigatore a oltrepassare il 54º parallelo sud fu Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier il 10 dicembre del 1738. Il 1º gennaio del 1739 avvistò terra, un enorme promontorio coperto di neve che ritenne parte di un continente e chiamò Capo della Circoncisione. In realtà fu avvistata quella che in seguito verrà chiamata Isola Bouvet. L'avvistamento successivo dell'isola risale al 1808, mentre il primo sbarco fu solo nel 1822.

Isola Bouvet
antartide
Nel gennaio del 1773 James Cook attraversò per primo il Circolo Polare Antartico. Due anni dopo, nel suo terzo viaggio, scoprì le Isole Sandwich meridionali.

Cook circumnavigò il continente senza mai avvistare terra, ma le sue osservazioni sull'enorme numero di foche e balene avvistate provocarono l'arrivo di numerose spedizioni di caccia.

I cacciatori erano soprattutto originari del New England ed europei, ed a loro si deve la scoperta di numerose isole.
Isole Sandwich
Il primo avvistamento del continente non può essere attribuito con precisione:
fu avvistato da 3 persone diverse nel giro di pochi giorni:
Fabian Gottlieb von Bellingshausen (un capitano della Marina Imperiale Russa), Edward Bransfield (un capitano della marina britannica) e Nathaniel Palmer (un cacciatore di foche statunitense).

L'avvistamento di Bransfield risale presumibilmente al 27 gennaio 1820, tre giorni prima dell'avvistamento di Palmer.
Il dato certo è che il 28 gennaio 1820 la spedizione guidata da Bellingshausen e Michail Petrovič Lazarev raggiunse una posizione a circa 20 miglia (32 km) dall'Antartide e avvistò delle masse di ghiaccio.
Il 30 gennaio Bransfield attraccò alla penisola di Trinity, il punto più settentrionale del continente, e vi sbarcò.

E' tuttavia possibile che il primo avvistamento sia stato effettuato da qualche pescatore di balene; nell'arco temporale fra il 1780 ed il 1892 infatti nei mari dell'Antartide furono attivi circa 1100 pescherecci di diverse nazionalità, mentre nello stesso periodo le spedizioni scientifiche ed esplorative furono solo 25.

Penisola di Trinity
penisola Antartica

Nel 1821 von Bellingshausen effettua la seconda circumnavigazione del continente dopo quella di Cook, nello stesso anno si ha il primo sbarco ad opera del cacciatore di foche statunitense John Davis e Nathaniel Palmer scopre le isole Orcadi Meridionali.

Nel corso di due spedizioni, 1819 e 1822, lo scozzese James Weddell avvistò le isole Orcadi australi. Nel 1823 sbarcò sull'isola di Saddle dove individuò una nuova specie di foca (chiamata oggi foca di Weddell), nel febbraio dello stesso anno oltrepassò il parallelo dei 74° 15' Sud, il punto più meridionale raggiunto fino a quel momento, inoltrandosi in quello che chiamò mare di Giorgio IV (e che verrà in seguito chiamato Mare di Weddell).

Nel febbraio del 1831 il cacciatore di foche britannico John Biscoe avvistò terra dall'area dell'Oceano Indiano, e chiamò la zona Terra di Enderby, dal nome della azienda presso cui era occupato, la "Enderby Brothers". Nel febbraio del 1839 un altro dipendente della stessa azienda, John Balleny, salpato dalla Nuova Zelanda, scoprì le isole Balleny.

Mare di Weddel
Nel gennaio del 1840 lo statunitense Charles Wilkes avvistò terra, nell'area che verrà chiamata terra di Wilkes.

Nello stesso mese il francese Jules Dumont d'Urville, partito nel 1838 da Tolone con l'obiettivo di identificare il polo sud magnetico, avvistò terra, le dette il nome di Terre Adélie in onore di sua moglie Adèle, ma non gli fu possibile sbarcare; sbarcò quindi su un'isola che chiamò Grande Terra Meridionale. In precedenza, nel corso della navigazione, aveva scoperto la Terra di Luigi Filippo e l'Isola di Joinville, sulla punta settentrionale della Penisola Antartica.

In seguito alla localizzazione del Polo Nord magnetico (1831) esploratori e scienziati iniziarono la ricerca del Polo Sud magnetico. James Clark Ross ne localizzò la posizione approssimativa ma non fu in grado di raggiungerlo; individuò e descrisse anche la barriera di Ross, così chiamata in suo onore. Ai monti Terror ed Erebus, sull'isola di Ross furono dati i nomi delle navi della spedizione di Ross.

Isola di Ross
Nel 1897 una spedizione guidata dal tenente della marina belga Adrien de Gerlache e chiamata Belgian Antarctic Expedition (BelgAE) salpò da Anversa diretta in Antartide. La spedizione, a bordo della nave Belgica era composta da persone di nazionalità diversa: lo zoologo romeno Emil Racoviţă, il geologo polacco Henryk Arctowski, l'astronomo belga George Lecointe, diversi norvegesi fra i quali Roald Amundsen ed il medico statunitense Frederick Cook.

Gerlache esplorò alcuni passaggi intorno alla Penisola Antartica, uno dei quali venne chiamato stretto di Gerlache; furono disegnate le mappe della costa e analizzata flora e fauna dell'area.
Il comandante non seppe resistere alla tentazione di esplorare un passaggio verso sud, ma sfortunatamente, il 28 febbraio 1898,
la nave rimase intrappolata dai ghiacci nel mare di Bellingshausen
e si liberò solo il 14 marzo del 1899, più di un anno dopo. Durante la lunga permanenza forzata sul continente diversi membri del gruppo dettero segni di infermità mentale, sia per la durezza delle condizioni ambientali sia per le difficoltà linguistiche all'interno del gruppo.

Questa permanenza forzata, tuttavia, per la prima volta permise di acquisire dati invernali relativi al clima antartico.

Belgica, la nave di Adrien de Gerlache
Belgica
La prima spedizione che trascorse intenzionalmente l'inverno sul continente fu guidata dal norvegese Carsten Borchgrevink. La spedizione era finanziata da un editore britannico, Sir George Newnes.

Nel febbraio del 1899 la Southern Cross, con a bordo 31 uomini e 90 cani da slitta, attraccò a Cape Adare, dove gli uomini costruirono due capanne prefabbricate, le prime strutture mai edificate sul continente.
Nel capanno destinato al soggiorno (di 25 m²) Borchgrevnik
trascorse l'inverno insieme ad altri 9 uomini,
uno dei quali perse la vita in seguito alle conseguenze dello scorbuto; della spedizione facevano parte anche 90 cani da slitta.

La permanenza fu caratterizzata da una serie di piccole sventure e di dissapori fra Borchgrevink e la componente scientifica della spedizione, amplificate dal fatto che Cape Adare si rivelò una localizzazione poco idonea a causa del costante maltempo che vi imperversa.

Il 28 gennaio 1900 la Southern Cross venne a recuperare gli uomini, ma Borchgrevnik decise di rimanere un altro poco per esplorare i dintorni;
con le slitte raggiunse la latitudine di 78° 50' Sud,
il punto più meridionale mai raggiunto fino a quel momento.

Cape Adare
Capanno di Borchgrevnik
Nell'ottobre del 1901 un geologo svedese, Otto Nordenskiöld guidò la prima spedizione della Svezia, la Swedish Antarctic Expedition (SwedAE).

Secondo i piani Nordenskiöld e cinque membri dell'equipaggio della nave Antarctic una volta sbarcati avrebbero dovuto trascorrere l'inverno sull'isola Snow Hill poco al largo della Terra di Graham (Penisola Antartica), esplorando le isole dei dintorni e compiendo ricerche.

La nave che nel frattempo era tornata alle isole Falkland, durante il viaggio di recupero degli scienziati ebbe un incidente. Tre uomini dell'equipaggio sbarcarono per cercare di raggiungere Nordenskiöld ed i suoi, ma poco dopo la nave fu distrutta dai ghiacci e affondò. L'equipaggio, a bordo delle scialuppe di salvataggio, raggiunse l'isola Paulet dove trascorse l'inverno.

Alla fine del 1903 una spedizione di soccorso argentina fu finalmente in grado di recuperare tutti i membri della spedizione e dell'equipaggio.
Capanno di Otto Nordenskiöld
Capanno di Otto Nordenskiöld
Nel 1901 la nave Gauss salpò dal porto di Kiel con a bordo una spedizione guidata dal geologo tedesco Erich von Drygalski, l'obiettivo della spedizione era quello di esplorare la zona del continente a sud delle isole Kerguelen.

La nave rimase incastrata nei ghiacci, nonostante ciò gli scienziati effettuarono numerose scoperte:
    • fra le quali il monte Gauss - o Gaussberg,
    • effettuarono ben sette spedizioni con slitte per esplorare i dintorni,
    • ed il 29 marzo del 1902 utilizzarono una mongolfiera con la quale raggiunsero i 500 m di altitudine.

Una volta tornato in patria Gauss pubblicò un dettagliato (22 volumi) resoconto delle sue attività e scoperte.
Nave Gauss imprigionata dai ghiacci
Nave Gauss imprigionata dai ghiacci
La nave Discovery salpò dall'Inghilterra il 6 agosto 1901 con a bordo uno degli esploratori più noti nella storia dell'Antartide, Robert Falcon Scott, alla guida di una spedizione che aveva l'obiettivo di raggiungere il Polo Sud. La prima destinazione era la baia di McMurdo.

Il 4 febbraio 1902 Scott e Ernest Shackleton furono i primi a vedere e fotografare il continente dall'alto, facendo uso di una mongolfiera. Gli esploratori trascorsero l'inverno sull'isola di Ross, a Hut Point.

La spedizione fu caratterizzata da una serie di sventure ed errori tecnici, ma ciò non impedì a Scott di lasciare la base il 2 novembre 1902 per tentare di raggiungere, insieme a Shackleton, Edward Wilson e 19 cani da slitta, il Polo Sud.

I tre arrivarono fino agli 82° 17' Sud, ma in seguito a problemi di scorbuto e cecità da neve dovettero tornare alla base, che raggiunsero il 3 febbraio del 1903. L'anno seguente, trascorso sempre sull'isola di Ross, effettuarono solo brevi viaggi per studi e ricerche.

Discovery, la nave di Robert Falcon Scott
Discovery, la nave di Robert Falcon Scott
Nello stesso arco temporale vi furono altre spedizioni, fra le quali quella guidata dallo scozzese William Speirs Bruce (spedizione Scotia) che disdegnava la "gara" al raggiungimento del polo sud magnetico per occuparsi effettivamente di ricerca scientifica.

La nave Scotia con a bordo 25 persone era diretta nel mare di Weddell, ma a causa del maltempo fu costretta a riparare nelle isole Orcadi meridionali.

Il 1º aprile del 1903 stabilì la prima stazione meteorologica del continente, Osmond House sull'isola di Laurie, e nello stesso anno la stazione fu ceduta all'Argentina che la rinominò Orcadas. La stazione è tuttora funzionante.

Nel 1904 la nave riuscì a inoltrarsi nel mare di Weddell scoprendo la terra di Coats.

Da un punto di vista scientifico la spedizione di Bruce è considerata una delle più valide: gli scienziati a bordo della nave raccolsero un gran numero di dati sulla flora, la fauna e il clima.
La nave Scotia nell'isola di Laurie Island
Scotia on Laurie Island
Nella primavera del 1903 giunse in Europa la notizia che la spedizione di Otto Nordenskiöld era dispersa, ed il francese Jean-Baptiste Charcot che aveva in preparazione una spedizione al Polo Nord decise di accorrere in soccorso per contribuire alle ricerche.

Mentre la nave Français navigava diretta verso sud il gruppo di Nordenskiöld venne tratto in salvo, e Charcot decise quindi di esplorare la costa occidentale della Penisola Antartica.

Evitò la baia di Ross a causa della possibile rivalità con paesi già attivi nella zona e questo gesto gli valse da parte di Robert Scott il soprannome di "gentleman of the Pole".

Il 19 febbraio scoprì Port Lockroy sull'isola di Wiencke, l'inverno fu trascorso sull'isola di Booth. Durante il soggiorno invernale gli scienziati della spedizione effettuarono un'intensa attività di ricerca.

isola di Booth
Nel 1908 Shackleton fece ritorno in Antartide alla comando di una spedizione finanziata in parte in proprio e in parte dai governi australiani e neozelandesi, nel corso della spedizione fu raggiunta la vetta del Monte Erebus, prima scalata di una montagna del continente, fu raggiunto il Polo Sud magnetico.

Shackleton, insieme ad altri tre membri dell'equipaggio della nave Nimrod raggiunse il punto più meridionale mai raggiunto fino a quel momento,
88° 23' S di latitudine fermandosi a circa 155 km dal Polo Sud
a causa delle cattive condizioni del gruppo.
Monte Erebus
Monte Erebus
Nel 1908 Charcot tornò in Antartide per la seconda volta, al comando della nave  Pourquoi-Pas ? IV, fatta costruire appositamente per i mari antartici.

La Pourquoi-Pas ? IV sopravvisse bene ad una collisione con una roccia, e poté proseguire per le coste prospicienti la Terra di Graham.

Charcot tracciò le mappe dell'isola di Adelaide, scoprì una baia che chiamò Marguerite Bay in onore della moglie, e nel gennaio del 1910 avvistò una terra non ancora tracciata su alcuna mappa, chiamandola Terra di Charcot in onore del padre Jean-Martin, un celebre neurologo.

Le mappe tracciate da Charcot rimasero in uso per oltre due decenni.
Pourquoi-Pas ? IV
Pourquoi Pas ? IV
Nel 1910 una spedizione guidata da Roald Amundsen partì con la nave Fram dalla Norvegia con l'intenzione di raggiungere il polo sud.

Arrivato in Antartide, partendo dalla Baia delle Balene, Amundsen raggiunse il polo sud il 14 dicembre 1911.

Circa un mese più tardi anche un gruppo guidato da Robert Falcon Scott raggiunse il polo sud, ma tutti gli uomini che lo componevano perirono lungo il viaggio di ritorno.

La base Amundsen-Scott,al polo sud, è intitolata a questi primi conquistatori.
Fram, la nave di Amundsen
Amundsen Fram
Amundsen (primo a sinistra) al Polo Sud
Amundsen al Polo Sud
Qui di seguito l'immagine dell'Antartide e la tabella dei punti raggiunti dai vari esploratori
Il naufragio della "Endurance" di Ernest Shackleton
Endurance
Scialuppa di salvataggio coi cui Ernest Shackleton percorre 1.800 Km.
James Caird
La spedizione Endurance, conosciuta anche come Imperial Trans-Antarctic Expedition, è stata una missione esplorativa svoltasi negli anni 1914-1917.

La missione era comandata da Ernest Shackleton a bordo della Endurance, ed aveva come obiettivo l'attraversamento dell'Antartide partendo dal mare di Weddell. Il gruppo doveva poi essere recuperato dalla nave Aurora sull'altro lato del continente, sulla costa del mare di Ross.

L'Endurance viene però distrutta dalla banchisa a migliaia di chilometri dalle più vicine terre abitate: i 28 uomini dell'equipaggio sono costretti a lottare per sopravvivere. La temperatura oscilla da -22°C a -45 °C e le provviste sono limitate.

Tutti gli uomini riescono a raggiungere l'isola Elephant, nelle Shetland Meridionali, mentre Shackleton salpa alla guida di una scialuppa di sette metri, salvata dal naufragio dell'Endurance, nel tentativo di raggiungere una base baleniera situata nella Georgia del Sud.

Con l'aiuto di un sestante e di un cronometro, l'imbarcazione riesce a percorrere 1.800 km ed a raggiungere Grytviken, dove Shackelton organizza una spedizione di soccorso per gli uomini rimasti indietro.

Lo scoppio della prima guerra mondiale segna la fine dell'esplorazione (romantica, ovvero a bordo di baleniere e navi simili) del polo Sud.
Le esplorazioni ripresero poi con nuovi mezzi di trasporto: dirigibli e aeroplani e sottomarini.
Puoi anche vedere il riepilogo della esplorazione dell'Antartide e tutti gli esploratori che si sono avventurati nell'Antartide.
 
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