Dante nella divina commedia colloca Didone nel canto V dell'Inferno, in compagnia dei celeberrimi Paolo e Francesca, nella schiera degli amanti sanguinosi, degli incestuosi, tutti morti di morte violenta per mano propria o altrui.
Nel V canto Dante non cita per nome Didone, ma la descrive con una perifrasi che ne indica i peccati, scrive:
“l'altra è colei che s'ancise amorosa e ruppe fede al cener di Sicheo"
(nel racconto mitologico Sicheo era il marito di Didone)