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Inca

La loro cultura > Civiltà precolombiane > Le tre culture
Civiltà pre incaiche
nasca
Gli Inca diedero vita ad una delle maggiori civiltà precolombiane sviluppatasi sull'altipiano andino, tra il XIII e il XVI secolo

Il mito relativo alla nascita dell’impero incaico
ci è stato tramandato da Pedro Sarmiento de Gamboa nella sua
"Segunda parte de la historia general llamada indica"
del 1572 ed è conosciuto generalmente come la "Leggenda dei fratelli Ayar".

Manco, il capostipite degli Inca, nasce in Pacaritambo, da una caverna situata nella collina di Tambutoco, ma assieme a lui sorgono altri tre fratelli e quattro sorelle, tutti usciti dalla finestra centrale, mentre da due aperture laterali prendono vita altre persone destinate a costituire il popolo Inca. Il mito prosegue narrando le vicissitudini di queste genti che si spostano per la contrada cercando delle terre fertili. Durante la loro marcia tre dei fratelli abbandonano la compagnia, uno, di nome Ayar Cache, viene eliminato per la sua ferocia; un altro, Ayar Ucho, trasformato in pietra a scopi magico-religiosi e il quarto, Ayar Auca si auto immola nella conquista della sede del futuro regno, che avrebbe avuto nome Cuzco.

Rimasto solo Manco, accasatosi con una delle sorelle, Mama Ocllo, avrebbe dato origine alla dinastia Inca.

Un impero tra le nuvole
matchu Picchu

Una variante del mito relitivo alla nasita dell'impero Inca
ci viene presentata da Garcilaso Inca de la Vega, immortalata nei suoi
"Commentarios reales".

La coppia primordiale è qui unica, costituita da Manco Capac e da Mama Ocllo e sarebbe nata dalla mitica finestra sulla collina di Tambutoco, generata da Inti, il Sole con il compito di cercare il sito più adatto per fondarvi la futura stirpe degli Inca.
A questo scopo avrebbe avuto in dono una verga d'oro con cui saggiare il terreno per provarne la fertilità. Dopo vari tentativi e lunghe peregrinazioni i due sposi, fratello-sorella, sarebbero giunti nella zona del Cuzco dove la verga, appena appoggiata a terra sarebbe sprofondata senza sforzo.

Rese grazie al divino genitore, Manco Capac e Mama Ocllo, avrebbero costruito un tempio in suo onore e successivamente attorno a questo sacro edificio avrebbero fondato la futura capitale dello stato Inca.
Gli Dei delgli Inca (Tempio di Pachacamac)
Tempio di Pachacamac
Nella mitologia inca gli dei erano gli astri o altri grandi elementi della natura.
L'unico dio nel vero senso della parola era:
    • Wiraqucha, la divinità creatrice del Sole, della Luna e delle stelle, il dio che aveva plasmato i primi uomini nell'argilla. Era adorato in due templi: il primo Quishuarcancha si trovava nel Cuzco, il secondo, Cancha' era situato presso Urcos. Il suo culto entrò spesso in conflitto con quello del Sole e fu spesso una causa di dissapori anche violenti tra i sovrani Inca e il potere sacerdotale.

Gli altri dei fondamentali erano:
  • Inti (Sole), creatore e protettore degli Inca, sposo e fratello di Mama Quilla (madre Luna) e padre del primo inca, e di Mama Ocllo (madre Uovo),
  • Pachatayta = marito e fratello della Pachamama (pacha = terra - tayta o tata = padre)
  • Pachamama, madre terra, moglie di Pachacamac, protettrice dei raccolti e dea della fertilità, tuttora molto venerata.

Cultura Inca
Viracocha
Gli Iinca non possedevano sistemi di registrazione di dati comparabili con la scrittura: per annotare le informazioni utilizzavano un sistema di cordicelle con nodi, conosciuto con il nome di quipu, attraverso il quale poterono elaborare un sistema di calcolo decimale e un accurato calendario.
I reperti di arte suntuaria (ceramica, tessuti, esemplari di arte plumaria e in legno) attestano che questi oggetti erano anche veicoli di comunicazione simbolica. Mentre i più antichi stili artistici andini (culture Moche e Nazca) privilegiavano la rappresentazione del mondo naturale, tale interesse diminuì notevolmente nell’arte degli Inca.
Per quanto riguarda le opere architettoniche, rimane una grande quantità di costruzioni monumentali in pietra. L’area nucleare di sviluppo dei modelli architettonici va localizzata nella valle del Cuzco e in quella dell’Urubamba, tra Pisac e Machu Picchu.  La rilavorazione dei contorni delle pietre naturali fino a far assumere loro forme tipiche, rappresenta l’affermazione della posizione specifica degli Inca nel mondo naturale come creatori e portatori di ordine.
Dalle cronache degli Spagnoli (16°-17° sec.) è noto che i riti e le feste  Inca erano accompagnate da musica e danza. Danza e canto venivano detti taki e fra gli strumenti più diffusi vi erano la quena, o flauto di Pan, l’antara, un flauto policalamo, e il pincollo, un flauto a becco di varie dimensioni.

Gli Inca di oggi
inca di oggi
 
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