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La flotta riparte

Navigatori > Magellano > Le tappe del viaggio
11 agosto. E’ il giorno della partenza.

Juan de Cartagena ed il prete Bernard Calmette vengono sbarcati

dalla spiaggia i due condannati vedono sparire ogni speranza di salvezza dietro l’orizzonte che ormai nasconde la flotta.
Le navi si avviano verso l’uscita della baia dopo cinque mesi di sosta invernale.
Ma una nuova burrasca li respinge e dovranno attendere il 24 agosto per avere le condizioni di mare necessarie per poter lasciare definitivamente la Baia.

ripartenza
Fernando dirige verso la zona del naufragio della Santiago, si ancora nella stessa rada del naufragio, e da ordine di recuperare tutto il materiale che il mare ha portato sulla spiaggia e che può essere utile per la manutenzione delle altre navi.

Tutti i comandanti attendono ora l’ordine di Magellano per riprendere la navigazione.

Ma l’ordine non arriva; Magellano si rinchiude nella sua cabina, sfibrato dai tanti mesi di tensione, roso dal dubbio : “Esiste davvero questo fantomatico passaggio ?”, spossato dalla preoccupazione di portare tanti giovani marinai verso un destino così incerto ed infido.
18 ottobre, sono passati altri due mesi. Magellano ha deciso. Esce dalla sua cabina. Il suo sguardo è tornato ad essere quello di sempre, determinato, orgoglioso ed ordina l’atteso comando:
“Pronti a salpare !”
naufragio Santiago
La flotta riprende il largo sperando che dietro ad ogni capo si nasconda il passaggio alla cui ricerca hanno già dedicato più di un anno della loro vita.

Ecco un nuovo capo che l’astronomo di bordo battezza
capo delle Undicimila Vergini a 52 gradi e 20 primi di latitudine Sud.

Superato il capo davanti alla flotta si apre una grande baia che tuttavia sembra chiudersi verso Ovest. Ma Magellano non demorde.
Mette all’ancora la Trinidad e la Victoria e spedisce in perlustrazione
la San Antonio e la Conception.

2 navi
E’ notte quando un grido di terrore risveglia le due navi alla fonda :
“Ariamo !”
Il vento ed il mare sono rinforzati e spingono le due navi verso le rocce che circondano il fondo della baia. Magellano è costretto ad ordinare una manovra molto rischiosa.
Le due navi salpano le ancore e dispiegano le vele con un vento che le costringe a puntare verso le rocce della costa. La paura attanaglia gli equipaggi che vedono avvicinarsi rapidamente la scogliera.
Ma Magellano ordina : “Mantenere la rotta !”
Sa per esperienza che se le navi non guadagnano sufficiente velocità non riusciranno a virare.
Attende quindi di essere proprio a ridosso della costa per dare l’atteso ordine:
“Virare a dritta !”
Ancora una volta l’esperienza del vecchio lupo di mare ha avuto ragione della furia degli elementi. Albeggia quando le due navi risalendo il vento si rimettono all’ancora là da dove erano partite.
Passano 4 giorni senza alcuna notizia della San Antonio e della Conception.

ancora
Le due navi si sono avventurate in quello che sembra l’alveo di un fiume dove le correnti si fanno a volte impetuose e grandi folate di vento gelido scendono lungo le vallate circostanti.

Nevica !
Si scatena l’inferno,
    • il vento acquisisce la potenza di un uragano.
    • le due navi sono costrette ad ammainare tutte le vele,
    • il timone non governa più,
    • sono alla mercè delle correnti e del vento.
Gli equipaggi attendono con angoscia l’urto fatale con le rocce della costa.

tempesta
Ma la fortuna è dalla loro parte.

Nel frattempo La Trinidad e la Victoria, in attesa alla fonda, scorgono del fumo levarsi all’orizzonte e cominciano a progettare una spedizione di soccorso convinte del naufragio delle due navi inviate in avanscoperta.
Ma proprio mentre stanno per calare in acqua le scialuppe ecco apparire dietro l’ansa della baia la San Antonio e la Conception che issano sull’albero maestro segnali e bandiere ad indicare che la spedizione ha avuto successo ! Le navi si avvicinano e gli urli degli equipaggi si mescolano tra di loro :
“ Il passaggio ! Il passaggio ! Lo abbiamo trovato !”

La navigazione è difficoltosa. Le navi procedono tra varie insenature scandagliando con attenzione il fondo che si dimostra insidioso, pieno di bassifondi da cui emergono frequenti piccole isole.

E’ il 27 ottobre quando la flotta ritrova un ancoraggio sicuro e Magellano ne approfitta per convocare a bordo della Trinidad i comandanti ed i piloti della altre navi.
Malgrado le resistenze di chi vorrebbe tornare in Spagna per riorganizzare l’impresa con una flotta più efficiente, Magellano ordina di proseguire.

navigazione difficoltosa
Nell’estuario di quello che sembra un fiume Magellano mette di nuovo all’ormeggio la Trinidad e la Victoria e spedisce di nuovo al San Antonio e la Conception in avanscoperta. La tensione a bordo delle navi è alle stelle.
Il nuovo ormeggio si rileva il paese del bengodi:
    • pesci in abbondanza,
    • grandi oche sguazzano nell’acqua,
    • a terra vengono scoperti nuovi ortaggi
I marinai, nutrendosi abbondantemente ritrovano il vigore perduto. Quelli scesi a terra sono anche alla ricerca di nuovi Patagoni che sono convinti vivano nella zona perché di notte, in lontananza, si vedono brillare tanti fuochi
Magellano battezza questa costa
“Tierra del Fuego”
Passano tre giorni, l’ansia cresce, ma delle due navi mandate in avanscoperta non si ha alcuna notizia.


terra dei fuochi
Poi, all’improvviso, dietro l’ansa del fiume compare una scialuppa.
L’ansia è alle stelle, poi man mano che si avvicina si scorge una bandiera sventolare furiosamente a prua.
E’ il segnale tanto atteso :
“Il passaggio è stato trovato !”
Ma qualche dubbio resta ancora: il mare aperto non è stato ancora raggiunto, ma solo avvistato da un promontorio.
Come battezzarlo se non
“Capo Desiderato !”

La Trinidad e la Victoria salpano per raggiungere la San Antonio e la Conception.

Fernando è preoccupato:
la San Antonio è la nave più potente e capiente della flotta è scoparsa.

Nella sua capace cambusa ha imbarcato la maggior parte dei viveri della flotta ed ha preso a bordo tutto il materiale di rispetto per la manutenzione delle navi.

Per tre giorni le tre navi rimaste esplorano tutti i canali che si aprono lungo il passaggio alla ricerca della nave dispersa. Scrutano con attenzione l’acqua alla ricerca di indizi: relitti che potrebbero denunciare l’affondamento della San Antonio. Niente !
Magellano non può aspettare oltre:
invia i suoi marinai sugli alti picchi che contornano il passaggio per lasciarvi bandiere e segnali che indicano la direzione da prendere per raggiungere Capo Desiderato.

Poi rimette in navigazione la flotta verso il capo: se la San Antonio si è persa non può non vedere i segnali lasciati sulle colline e poiché è l’imbarcazione  più veloce non tarderà a raggiungere il resto della flotta.


ricerca della San Antonio
E se la San Antonio approfittando della libertà concessagli avesse deciso di desistere dall’impresa e tornare in Spagna per raccogliere gli onori della scoperta ?
Questo sospetto di Magellano è fondato.

Non appena le tenebre hanno nascosto alla vista della Conception la San Antonio,  Estevao Gomez, il secondo, si è impadronito della nave mettendo ai ferri il comandante Alvaro de Mesquita che ha opposto resistenza.

Gomez è convinto che Magellano e le sue imbarcazioni non sopravvivranno alla loro avventura e ha deciso di attribuirsi i meriti della scoperta del passaggio tornando immediatamente in Spagna. Là, in base al successo ottenuto, è certo di poter organizzare una nuova spedizione al suo comando e ripercorrere la rotta scoperta attribuendosi tutti i meriti che deriveranno dalle nuove scoperte.
La San Antonio fa quindi rotta verso la Spagna
e Gomez, pur avendo fatto parte del clan di Juan de Cartagena, supera la baia di San Julian senza curarsi di recuperare i due disertori là abbandonati.

la fuga della San Antonio
Il 6 maggio la San Antonio fa il suo ingresso maestoso nel porto di Siviglia.Estevao Gomez fornisce la sua versione dei fatti:
”La San Antonio ha perso contato con il resto della flotta e dopo averla cercata a lungo mi sono convinto che è naufragata”

Ha preparato una spiegazione anche per l’arresto del comandante Alvaro De Mesquita : “In un eccesso di collera ha tentato di pugnalarmi” sostiene Estevao Gomez.  
La sua versione dei fatti suscita molti sospetti e tutti gli ufficiali vengono messi agli arresti; viene istruita una commissione d’inchiesta, che raccoglie molte contraddizioni nel racconto dei superstiti, ma non riesce ad arrivare a conclusioni documentabili.

Estevao Gomez non ha ottenuto il successo sperato
ma è comunque soddisfatto: il suo colpo di mano gli ha salvato la vita; gli altri, egli pensa, sono certamente periti nell’impresa.

ritorno della San Antonio
Verso nuovi mari
Magellano è alle prese con le insidiose acque del passaggio scoperto.
Mentre le navi raggiungono Capo Desiderato, scandisce la sua preoccupazione con lunghi passi sulla tolda della Trinidad :

    • che fare ?
    • proseguire esponendo gli uomini a nuove sofferenze o tentare il rientro in Spagna ?
    • I viveri scarseggiano; ne troveranno sul nuovo percorso?

Magellano prende una decisione storica:

per la prima volta chiede ai comandanti delle navi cosa suggeriscano di fare.

Lo stretto di Magellano
Un atto di modestia ?

Come pensa Pigafetta o un’ultima astuzia del vecchio uomo di mare che vuole solleticare l’orgoglio dei suoi comandanti per spingerli verso un’impresa disperata.
Le risposte in effetti sono molto diplomatiche e contraddittorie:

nessuno dei comandanti interpellati se la sente di prendere una posizione precisa

Capo desiderato
Oceano Pacifico
oceano Pacifico
Le navi doppiano Capo Desiderato e davanti a loro si apre una immensa distesa di mare.
E’ il 28 novembre del 1520.
Il sole splende ed illumina la rinnovata energia degli equipaggi; il mare è calmo e di un azzurro profondo, il vento poco più che una brezza.

Pigafetta si avvicina a Magellano e ispirato dalla pace ritrovata dopo tante avversità propone :
”Chiamiamo questo mare Oceano Pacifico”.

Il Pacifico si presenta veramente come un Eldorado : ricco di pesci, di uccelli; delfini e balene incrociano le navi che risalgono a nord costeggiando le ripide coste del Sud America.
Anche se prudentemente Fernando ha razionato i viveri, l’equipaggio conserva il suon buon umore: pensa alle ricchezze di cui potrà appropriarsi all’arrivo alle Molucche descritte da chi le ha raggiunte lungo la rotta scoperta dai portoghesi come il paese del Bengodi.

Balene nel Pacifico
le prime morti
E’ la fame ! Lardo, gallette, pesce affumicato, tutte le riserve sono esaurite. L’equipaggio si nutre con una brodaglia in cui galleggiano i vermi; ma nessuno è schizzinoso, anche i vermi costituiscono un nutrimento. La fame a bordo si sta facendo sempre più straziante. Lo scorbuto, triste compagno di queste lunghe traversate, comincia mietere le sue vittime.
Pigafetta non si dilungò molto, ma la sua descrizione è comunque straziante:


Fernando con l’astronomo San Martin ha studiato a lungo la loro posizione, la rotta da seguire ed i tempi necessari per raggiungere le Molucche: ancora non meno di due mesi di navigazione.
Fernando raziona ulteriormente i viveri.
Lasciata la costa Cilena e dopo aver  percorso circa 3.000 miglia mantenendosi a Sud dell’equatore, Magellano decide di dirigersi a Nord-Ovest poiché aveva saputo dai portoghesi che le Molucche si trovavano proprio a Sud della linea dell’equatore.

Fu un errore:
se avesse mantenuto la rotta originaria avrebbe potuto raggiungere Tahiti nelle isole Tuamotu dove avrebbe trovato viveri in abbondanza.

Gli uomini pur assistiti dalla clemenza del clima cominciano a perdere le forze: poco prima di Natale i marinai della Victoria cominciano a morire: uno, due, …. cinque prima che scocchi la mezzanotte del 31 dicembre 1520.
Nessuno festeggia il nuovo anno.

Metà dell’equipaggio della Victoria giace sui suoi pagliericci incapace di muoversi ed anche il resto degli uomini è in pessime condizioni. Con gli equipaggi ridotti in questo stato una tempesta sarebbe fatale per tutta la flotta.
Chi ha ancora la forza di muoversi si ingegna per procurarsi del cibo: chi dando la caccia ai grassi ratti che infestano la sentina, chi cercando di catturare pesci con esche rudimentali.

equipaggio affamato
squali
“Terra ! Terra ! “
è il 21 gennaio quando la vedetta della Trinidad  avvista quella che sembra essere un’isola.
A bordo non c’è grande entusiasmo: già una volta l’atteso grido era risuonato dalla coffa della Trinidad, ma la presunta isola si era poi rivelato un’addensamento di nuvole evaporatosi man mano che le navi si avvicinavano.
Questa volta però si tratta di una vera isola.
Fernando sbarca degli esploratori che purtroppo scoprono che l’isola è priva di qualsiasi vegetazione e l’acqua è totalmente assente.
La flotta riparte ed incontra altre isole:
“Le isole del disinganno”
così le  battezza Magellano perché completamente sterili.
Due mesi di navigazione da Capo Desiderato; i viveri sono finiti ! Undici giorni dopo aver avvistato le isole del disinganno, la flotta transitò accanto a un altro isolotto disabitato, dove gli uomini si fermarono per pescare, ma non ebbero fortuna.
Le acque erano infestate dagli squali impedendo ai marinai di pescare pesce commestibile. Provarono a catturare uno squalo.
Si trattò di un'impresa rischiosa.
L'isolotto fu battezzato con il nome di "Tiburones" (Isola degli Squali).

gli uomini a bordo continuano a morire
Gli uomini continuano a morire
e l’abitudine alla morte cancella dall’animo degli equipaggi ogni dolore e pietà per chi cade. Dopo quasi diciotto mesi di navigazione le belle navi che avevano lasciato tra gli applausi il porto di Siviglia, sono ridotte a miseri relitti: carene incrostate di alghe, tughe sconnesse, cime sfilacciate, vele rattoppate.
6 marzo:
dopo aver continuato per un'altra atroce settimana nella stessa direzione e aver attraversato l'equatore Fernando costatò che non esistevano terre.
Per quanto incredibile, considerando la lunghezza del viaggio, era ormai evidente che
le Molucche dovevano trovarsi ancora più a occidente.
Magellano non osò dirigere direttamente verso di esse. Cinquant' anni d'esperienza sulle rotte africane avevano insegnato ai navigatori portoghesi evitare le disperanti calme e le violente tempeste equatoriali. Magellano sarebbe andato più a Nord, alla ricerca di un vento simile a quegli alisei che dal 1492 sospingevano le navi spagnole attraverso l'Atlantico.

Terra! Terra!
Superato l'equatore impiegò molti giorni per raggiungere i 13 gradi latitudine Nord.

Siccome Magellano era convinto che quella fosse la latitudine della costa del Giappone, quando toccò i 13 gradi mise la prua a Ovest e, unica volta nel corso dell'intero viaggio, mantenne la rotta per sei giorni consecutivi.
Era indicativo della situazione in cui versava troppo debole per tentare rotte fantasiose e malapena in grado di veleggiare verso Ovest lungo il tredicesimo parallelo, con il vento in poppa.
Era l'ultimo tentativo che Magellano poteva fare: l'equivalente marittimo di una marcia forzata.
“Terra ! Terra “!
Per la terza volta dalla coffa della Trinidad si alza il grido della speranza.
Questa volta la vedetta non si è sbagliata. Si tratta di una vera isola su cui si intravedono indigeni e capanne e ancor prima che le navi gettino l’ancora una flotta di piroghe le abbordano ed gli indigeni più audaci si arrampicano a bordo.

isola di Guam
L’accoglienza è calorosa, gli indigeni, sorridenti, sembrano ospitali, le donne, seminude, seducenti, ma ……….sono dei grandi ladruncoli. Si impossessano di ogni attrezzo capiti loro sottomano e dulcis in fundo se ne vanno portando via la scialuppa che Fernando aveva fatto calare per poter sbarcare.
La scialuppa rubata è indispensabile per gestire l’approvigionamento delle navi ed il suo furto manda su tutte le furie Magellano che ordina una rappresaglia.
Reagisce come ha imparato a fare durante le spedizione punitive a cui ha partecipato nei suoi anni giovani al servizio di comandanti portoghesi.

Magellano non conosce pietà e indulgenza.
Quaranta uomini armati di archibugi scendono a terra e sparano sugli indigeni che, inconsapevoli, li avevano accolti con il solito entusiasmo.
Gli uomini di Magellano
    • uccidono sette indigeni,
    • bruciano l’intero villaggio,
    • razziano viveri, acqua, vino di palma, ogni cosa possa essere di qualche utilità
    • e recuperano la scialuppa rubata.
Magellano annuncia la partenza deciso a prendere il largo da quelle che battezza

“Isole dei ladroni”,
l’attuale isola di Guam,
mentre gli indigeni con le loro misere piroghe inseguono la flotta lanciando pietre e versando lacrime di dolore per i mariti e i fratelli uccisi


isola disabitata
E’ il 16 marzo quando la flotta si avvicina ad una nuova isola che si rivela disabitata, ma ricca di acqua sorgiva, di frutti tropicali. Il mare pullula di pesci.
Magellano decide che è il posto ideale per far riposare gli equipaggi e riordinare le navi messe a dura prova da tanti mesi di navigazione. Viene approntato un piccolo accampamento in cui trovano rifugio i marinai ammalati e indeboliti da tante malattie. La sosta porta ristoro e riaccende il sorriso nei sopravissuti.
Magellano ha vinto, scrive Pigafetta !
Gli equipaggi ritrovano morale pensando alla vittoria riportata sul mare ed alle ricchezze che finiranno nelle loro tasche all’arrivo alle Molucche. Sono le prime vere giornate di serenità da quando hanno lasciato l’accogliente baia di Santa Lucia.
piroga
Una piroga di amichevoli indigeni sbarca un giorno sulla spiaggia antistante il piccolo accampamento. Scambiano con piacere i loro frutti e pesci con le cianfrusaglie che gli uomini offrono loro e rivelano il nome dell’isola che li ospita : “Humunu”

Gli indigeni indicano a Magellano anche la direzione per raggiungere le isole della ricchezza.


Il sogno di Magellano sta per realizzarsi !
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