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Il terzo viaggio di Colombo

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Terzo viaggio
Passarono due anni  prima che Colombo riuscisse a raccogliere appoggi per organizzare un altro viaggio nel Nuovo Mondo. Anche se disposti a cooperare, Ferdinando e Isabella non erano più entusiasti come prima e la loro attenzione era assorbita da altri interessi.
partenza
La spedizione ­quando fu finalmente approvata consisteva di sei velieri con a bordo una folla eterogenea di colonizzatori, tra cui molti individui lasciati liberati dalle prigioni con il condono della pena in cambio del lavoro a Hispaniola.     Per la prima volta vi erano anche donne.

Lo scopo del viaggio era di portare uomini e rifornimenti a Hispaniola, ma Colombo intendeva anche cercare nuove terre, specialmente a sud delle isole già scoperte. L'ammiraglio lasciò la Spagna il 30 maggio 1498.

Dalle Canarie, tre navi si diressero direttamente a Hispaniola, mentre le altre fecero vela a sud verso le Isole del Capo Verde. Di li Colombo puntò a sud-ovest lungo la rotta più meridionale fra tutte quelle seguite nei suoi viaggi attraverso l'oceano.



L'equipaggio  non vide terra fino al 31 luglio, quando un marinaio avvistò un gruppo di cime che, come per miracolo, "avevano l'aspetto di tre montagne riunite alla base".
Rese grazie alla Santissima Trinità, Colombo chiamò l'isola Trinidad.

Il giorno successivo fu avvistato il profilo lungo e basso di quella che poteva sembrare, tra le foschie dell'orizzonte a sud, un'altra isola. Colombo non se ne rese conto, ma aveva scoperto l'America Meridionale.

Entrato nel Golfo de Paria tra Trinidad e la terraferma, Colombo trascorse due settimane esplorando la costa ricoperta di vegetazione lussureggiante del Venezuela, rimanendo sorpreso dal grado di civiltà degli indigeni, esperti tessitori del cotone.

Il 15 agosto, temendo che il carico di cibo e di vino a bordo delle navi si deteriorasse per il gran caldo, Colombo decise di far vela verso nord per raggiungere Hispaniola.

Colombo arriva sul contenete americano
Vemezuela
A questo punto  l'Ammiraglio si era reso conto quella terra era molto più estesa di un'isola.

L'acqua mare nel Golfo de Paria era poi così poco salata (vi defluisce dal Fiume Orinoco) che l'unica conclusione possibile era che ricevesse le acque provenienti da un territorio immenso.
Nel suo giornale Colombo annotò:
"Credo che questo sia un continente molto vasto, rimasto sconosciuto fino a oggi".

Un gruppo di marinai sceso a terra scoprì quattro grandi fiumi che si gettavano nel golfo (in realtà, quattro ramificazioni del delta dell'Orinoco). Colombo, con un lampo di immaginazione decise che si trattava nientemeno che dei quattro fiumi del Paradiso e che il continente era
il Giardino dell'Eden!

Questa teoria, non sembrava nel XV secolo cosi fantasiosa come appare oggi. Ai tempi di Colombo, molti studiosi erano concordi nel ritenere che il Paradiso Terrestre si trovasse in una zona dell' Asia sud-orientale, e cioè esattamente dove Colombo credeva di trovarsi.
Il delta dell'Orinoco
Delta Orinoco
Il 31 agosto  1498 la flotta raggiunse Santo Domingo, la nuova capitale di Hispaniola, che Bartolomeo aveva fondato durante l'assenza dell'ammiraglio.

Colombo scoperse ben presto che Bartolomeo non era certo più abile di Diego a governare i litigiosi colonizzatori e per i due anni successivi tentò di ristabilire l'ordine nella colonia.

Era iniziato il sistematico sterminio degli Indios.

Lo sterminio degli Indios
Sterminio


I sovrani  spagnoli giunsero, tuttavia, alla conclusione che Colombo era un valente ammiraglio ma non possedeva le doti per fare il governatore.

Quando Colombo ritornò da un viaggio nell'entroterra nell'agosto 1500, trovò che un commissario inviato dal re, Francisco de Bobadilla,  aveva preso il suo posto.

Bobadilla si impossessò della casa, dell'oro e delle carte di Colombo, fece incatenare lui e i suoi fratelli e li rimandò in patria. Durante il viaggio, il capitano della nave offri di togliere le catene, ma Colombo rifiutò: aveva deciso di rimanere in catene fino a quando Ferdinando e Isabella non avessero dato ordine di toglierle.

Colombo in catene
Colombo in catene


Il suo stato  di recluso causò sensazione enorme: i sovrani lo fecero liberare immediatamente e lo invitarono a corte; quando fu ammesso alla presenza del Re e della regina, Colombo cadde in ginocchio e pianse.

Profondamente commossi da questo atto di umiltà, Ferdinando e Isabella lo assicurarono che il suo imprigionamento non era avvenuto per loro desiderio né per loro ordine. Anche se non parlarono di rimandare Colombo a governare Hispaniola, essi inviarono nella colonia un altro commissario reale, Nicolas de Ovando a sostituire Bobadilla. Passarono diversi mesi e Colombo gradatamente riassunse il suo rango.

Aveva ormai 50 anni - un' età avanzata per quell'epoca - e soffriva per l'artrite e per l'abbassamento della vista, ma era ancora desideroso di compiere esplorazioni.


Colombo liberato
Colombo liberato
 
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