Secondo il piano concordato 13 uomini sbarcano e trovano la sperata solidarietà dei portoghesi. Iniziano le corvè per riapprovigionare la nave, mentre Del Cano ormeggia, prua al mare, in modo di essere pronto a lasciare l’ormeggio al minimo segnale di pericolo.
Ed il pericolo purtroppo non tarda a manifestarsi :
un uomo addetto alla corvè a terra, dopo abbondanti libagioni si lascia sfuggire l’indicazione circa la reale provenienza della nave.
I portoghesi arrestano immediatamente i tredici marinai a terra e mettono in mare una scialuppa piena di uomini armati ordinando a Del Cano di arrendersi.
Del Cano invece ordina di issare le vele e di levare l’ancora
sfuggendo per un soffio alla cattura.
Ma il suo equipaggio già decimato dalla fame e dal freddo ha perso altri tredici uomini essenziali per manovrare dignitosamente la Victoria.
La nave procede con fatica: il 4 agosto è in vista delle Azzorre, ma non può far sosta perché anche queste terre sono di proprietà portoghese.